meditazione nella natura

MEDITAZIONE, DI COSA SI TRATTA? PERCHÈ MEDITARE?

“Vorrei dire che non è importante giungere alla verità. Ciò che è importante è averne il desiderio, fare ogni sforzo per sperimentarla, lavorare sodo per questo, averne l’anelito, essere determinati e fare il possibile per conseguire questo obiettivo. Se ciò nonostante non vi arrivate, non importa. Ma non aver mai provato questa sete è la tragedia più grande.”

La meditazione passo dopo passoOsho

Mi sono reso conto che oggi più di un tempo molte persone sono alla ricerca di qualche cosa, ma di che cosa?

Alcuni cercano pratiche e tecniche per stare bene, per migliorare il proprio stato di salute, altri sono alla ricerca di tranquillità, di pace, di una “no stress zone“, alcuni sono alla ricerca di un proprio spazio interiore, di un momento da dedicare a loro stessi, molti sono alla ricerca di qualche cosa che non sanno definire esattamente che cosa sia.

Pochi sanno che cosa stiano realmente cercando. Mi pare calzante definire queste persone, con un termine preso a prestito da padre Mariano Bellester, come “ricercatori“.

Tra questi ricercatori ci sono anche io e ho trovato nella meditazione uno dei miei percorsi per procedere nella ricerca. Molti giungono alla meditazione, purtroppo solo pochi perseverano.

Ma che cos’è la meditazione? Domanda dalla risposta complessa e articolata.

meditazione nella natura
Meditazione nella natura

La meditazione è ampiamente diffusa in oriente, viene praticata da tempo immemorabile nell’ambito del Buddismo, dello Zen e dello Yoga, e ha origini antichissime, anche se ci sono meditazioni ideate più recentemente.

Le diverse tradizioni, filosofie e correnti di pensiero hanno sviluppato metodi propri di meditazione, che sono spesso molto differenti tra loro.

Vediamo in che cosa consistono, a grandi linee, alcune delle tecniche di meditazione più diffuse.

Tra queste ricordo:

Passerò poi ad approfondire quello che potremmo definire un mio tentativo di rispondere alla domanda: Perchè si medita? O meglio qual è il senso della meditazione intesa come meditazione “spirituale”.

Meditazione con Mantra

In questo tipo di meditazione viene ripetuto un mantra, ad alta voce o anche silenziosamente. Il mantra può essere una parola, una frase o un suono. Dal punto di vista pratico la persona in meditazione si concentra sulla ripetizione del mantra e questo aiuta ad evitare il vagare della mente e l’insorgere dei pensieri.

Uno dei mantra più noti è Om, ’il mantra di tutti i mantra’’.

Om (ॐ)

Om () è un’antica sillaba sanscrita, menzionato già 1500 anni a.C. nelle Unipasad, all’interno dei Veda, i testi sacri induisti.

Si tratta, infatti, di un suono sacro: secondo il credo induista inizialmente esisteva esclusivamente Brahma, il creatore dell’universo.

Brahma creò una vibrazione, l’“Om”, che generò l’intero universo e tutti gli essere viventi.

Intonando l’Om (), quindi, si intona la vibrazione correlata alla vibrazione originale della creazione. Per questo motivo Om è spesso chiamato Pranava, o ciò che scorre attraverso il respiro (Prana), e sostiene la vita.

Quindi, sempre secondo le Upaniṣad, il mantra Om rappresenta il divenire e può condurci alla realtà ultima del Sé.

Infatti l’essere umano è composto di vari livelli di coscienza, come vedremo più avanti.

Al livello più elevato supera e cessa ogni dualità, il tempo e lo spazio sono trascesi. Quindi, secondo i testi sacri, il mezzo per raggiungere questo stato di coscienza elevata è proprio la ripetuta recitazione del mantra Om.

Questo è il motivo per cui l’Om è spesso considerato Brahman (realtà ultima) o “il suono di Dio“.

Simbolo OM
Simbolo OM

Anche nell’ambito del Buddismo vengono intonati mantra basati sull’Om. Forse il più noto è il mantra Mani, ossia la preghiera buddista-tibetana “Om Mani Padme Hum“.

In questo mantra “Om” rappresenta il corpo, lo spirito e la parola del Buddha; “Mani” è il percorso di insegnamento; “Padme” la saggezza del sentiero, e “Hum” indica l’unione della saggezza e il percorso verso di essa. Questo mantra invoca il Buddha della compassione.

Meditazione Vipassana

La meditazione Vipassana è una meditazione buddista molto antica, risalente all’incirca al 6 secolo a.C.

Anche se le origini di questa meditazione sono precedenti al Buddismo, fu proprio Gautama Budda a riscoprirla e a diffonderla, circa 2500 anni fa, come metodo per uscire da ogni tipo di sofferenza.

Il termine Vipassana vuol dire “vedere chiaramente”, o ” guardare dentro”, e l’obiettivo di questa meditazione è proprio quello di dimorare nel momento presente, unica realtà realmente esistente. Si tratta di una meditazione di consapevolezza, che fa parte integrante del percorso vero e proprio verso il nirvana, così come indicato nel buddismo: Gentilezza amorevole, Compassione, Equanimità e Gioia Compartecipe. Personalmente pratico proprio la meditazione di consapevolezza.

Nella visione che tutto è impermanente questa pratica ci aiuta a riconoscere gli attaccamenti materiali ed a separarsene. Secondo la visione del Buddismo, infatti, le radici della sofferenza sono da individuare in tre inquinanti principali: l’ignoranza, l’avversione e l’attaccamento. La strada per raggiungere l’illuminazione passa attraverso la separazione dalle cause della sofferenza.

Zazen – Meditazione Zen

Monaco Zen di scuola Sōtō ad Arashiyama, Kyoto nella classica postura dello zazen.
Monaco Zen

Anche lo Zazen è una meditazione nata nell’ambito del buddismo, in questo caso nell’ambito del buddismo Zen, e risale al 6 secolo d.C.

Possiamo pensarla come al “processo di scioglimento dell’identità nell’assoluto“, lo Zazen stesso è “la forma del risveglio“.

Secondo i maestri (Roshi) lo Zazen non si dovrebbe associare ad un fine, ad un obiettivo (concetto molto difficile per noi occidentali!).

Lo Zazen è, piuttosto, una strada da percorrere e andrebbe praticata con un atteggiamento di abbandono da qualsiasi pensiero di vantaggio personale.

Si tratta di connettersi al momento presente, senza lasciare che i pensieri o le emozioni ci distraggano, e rimanere nel momento presente, nel Qui e Ora.

Si praticata seduti a gambe incrociate, con i pollici delle mani che si toccano. Nelle sale di meditazione si può praticare in gruppo e di fronte ad un muro.

Meditazione Dinamica

La meditazione dinamica è stato ideata da Osho per l’uomo moderno, per noi occidentali. Questo tipo di meditazione, pur prevedendo dei momenti statici, è caratterizzata perlopiù da momenti dinamici, di movimenti alle volte anche frenetici, ed è spesso accompagnata dalla musica.

L’idea è di riuscire ad esprimere le emozioni e di poter entrare in contatto con la parte più profonda di se stessi.

Meditazione Mindfulness

Il termine mindfulness vuol dire “consapevolezza“. La meditazione mindfulness deriva dalla meditazione di consapevolezza di tradizione buddista, scevra però degli aspetti “spirituali” del buddismo (non si parla del Dharma, dell’ottuplice sentiero, delle quattro dimore divine, ecc.).

Lo scopo della Mindfulness è, infatti, quello di raggiungere uno stato di consapevolezza di sé, dei propri pensieri e delle proprie emozioni nel Qui e Ora, in modo intenzionale ma distaccato, senza giudicare o criticare. La Mindfulness prevede una pratica Formale e una pratica Informale, per mantenere la consapevolezza nella vita quotidiana.

In questo modo la mindfulness vuole aiutare ad accettare se stessi e ciò che ci accade, in particolare gli eventi sgradevoli o dolorosi della vita.

Ci è d’aiuto, così, a superare gli stati d’ansia, d’angoscia, le critiche, i malesseri e i disagi.

Kabat-Zinn, il fondatore della pratica di mindfulness, ha adattato le pratiche tradizionali di meditazione per introdurre la meditazione in ospedali e cliniche, proprio allo scopo di dare un supporto ai pazienti per gestire gli stati di sofferenza e di stress, in particolare per quei pazienti affetti da dolore cronico, o da malattie terminali.

Perchè Meditare? La Meditazione come percorso di crescita.

Abbiamo visto che ci sono molte forme di meditazione. Spesso la meditazione viene proposta come una forma di aiuto, ad esempio per attenuare l’ansia e lo stress, per aiutarci a combattere l’insonnia e per superare momenti difficili.

Va bene tutto ciò che ci fa stare bene!

Tuttavia, pur rispettando e apprezzando i benefici tangibili che può portare nella nostra vita la meditazione, meditare è un percorso di autoconoscenza molto profondo.

Altri punti di vista

L’essere umano, oltre ad avere un corpo fisico, è costituito da un mondo, uno spazio interiore, uno spazio di coscienza.

Assaggioli

Roberto Assagioli sostiene l’esistenza di un livello transpersonale, di una dimensione interiore, cioè, che trascende non solo la materia, ma anche l’ego.

Ben nota è la sua rappresentazione dei livelli di coscienza, suddivisa in Inconscio Inferiore, Inconscio Medio, Inconscio Superiore e Sè Superiore.

L’essere umano dovrebbe tendere ad elevare il proprio “Io Cosciente” ai livelli superiori, fino alla sfera del Supercosciente, verso il Sè Superiore.

Nelle Upanishad, cambiando prospettiva, l’origine divina dell’uomo viene così descritta: “L’albero eterno ha radici in Cielo e protende in basso i suoi rami“.

Anche secondo la sapienza Yogica, l‘essere umano è costituito da molteplici corpi energetici, in particolare ricordiamo: il corpo causale, il corpo mentale e il corpo animico.

Detto in altri termini, l’uomo è costituito da un aspetto emotivo, un aspetto mentale e da un aspetto spirituale.

Anche lo psichiatra Victor Frankl parla di tre dimensioni umane: biologica, psicologica e noetica o spirituale. E’ proprio la dimensione noetica che rende l’uomo un’essenza unica e irripetibile.

Senza soffermarci sui corpi sottili, sugli aspetti energetici, e sui tanti autori che hanno affrontato questo argomento, quello che voglio qui sottolineare è che l’uomo ha in sè una scintilla divina.

Si tratta di un “nucleo” della Coscienza Universale, che si manifesta nel corpo e, a seconda della tradizione, questo “nucleo” assume nomi differenti.

Il percorso di realizzazione personale si concretizza in una graduale apertura della “coscienza”, intesa come “essenza dell’Assoluto”, l’essenza divina che permea tutte le creature.

Questo percorso dovrebbe (qui il condizionale è d’obbligo!) tendere a farci arrivare ad uno stato di “pura consapevolezza” (dopo molte vite?), o coscienza dell’Essere, arrivando ad identificarci con il nostro “Vero Sè”.

L’essere umano, nel corso delle sue vite, “percorre” vari livelli di coscienza e al livello più elevato di coscienza viene superata e cessa ogni dualità, il tempo e lo spazio sono trascesi.

Sri Aurobindo descrive questo stato di pura consapevolezza così:

“Il sadhaka che ha seguito la disciplina necessaria per ritirare il Sè dalla sua identificazione con l’ego, la mente, la vita ed il corpo, arriva… alla realizzazione di un pura, immobile, esistenza autocosciente senza divisioni, tranquilla, inattiva, non turbata dall’azione del mondo

Sintesi dello YogaSri Aurobindo

Una visione della Meditazione

Meditare ha una duplice accezione, nella prima, quella forse più profonda, vuole dire semplicemente stare nel momento presente, essere quello che già si è.

Però come chiarimento di quello che ci permette di fare, in un certo senso significa percorrere una strada dentro di noi, una strada che porta a un’evoluzione di coscienza.

Per farlo il punto è essere con tutta la nostra attenzione nell’attimo presente, nel qui e ora, osservando noi stessi, i nostri filtri mentali ed emotivi, e accettando.tutto ciò che fa parte del momento presente.

Nella sua essenzialità, infatti, la meditazione è proprio questo: stare nel qui e ora, senza perderci nelle emozioni, nei pensieri o nei segnali del corpo (distrazioni ben note a chi medita!) ma semplicemente accogliendoli nella loro impermanenza.

Si tratta, come già detto a proposito dello Zazen, di un processo di scioglimento dell’identità nell’assoluto.

Mi piace citare, a questo proposito, un libro molto importante: La Luce sul Sentiero.

«Aspettati che il fiore sbocci nel silenzio che segue la tempesta, non prima.

Esso crescerà, getterà i suoi germogli, produrrà rami e foglie, formerà boccioli mentre la tempesta continua, mentre la battaglia dura.

Ma fino a che l’intera personalità dell’uomo non è dissolta e distrutta, fino a che non è tenuta dal divino frammento che l’ha creata come semplice soggetto di grave esperimento ed esperienza; fino a che l’intera natura non ha ceduto e non è divenuta soggetta al tuo più alto Sé, il fiore non può aprirsi.

Allora sopravverrà una calma simile a quella che nei paesi tropicali segue la pioggia torrenziale, quando la Natura lavora così rapidamente che si può vederne l’azione.

Tal calma verrà allo spirito travagliato.

E nel silenzio profondo accadrà l’evento misterioso, che prova che la via è stata trovata.

Chiamalo con il nome che vuoi: è una voce che parla, dove non è voce alcuna; è un messaggio che arriva, un messaggero senza forma, né sostanza, oppure il fiore dell’anima che si è aperto. Non può essere descritto da metafora alcuna.

Ma può essere cercato, aspettato e desiderato anche tra l’infuriare della tempesta.

Il silenzio può durare un momento e può durare mille anni, ma finirà. Pure ne porterai teco la forza.

Ripetutamente la battaglia deve essere combattuta e vinta. Solo per un intervallo la natura può fare sosta ».

La Luce sul Sentiero – Yogi Ramacharaka.

In questo stato saremo, quindi, liberi dai condizionamenti e da tutte le sovrastrutture che imprigionano il nostro Io.

E utilizzando ancora le parole di Yogi Ramacharaka che commenta “La Luce sul Sentiero“: “Lo Spirito si manifesterà alla vostra coscienza quando l’anima si sarà aperta“.

Quindi «Desidera solo ciò che è dentro di te » poichè l’unica realtà vera esistente in ognuno di noi è lo Spirito.

« Poiché dentro di te è la Luce del mondo, l’unica luce che può illuminare il Sentiero. Se sei incapace di discernerla dentro di te, è inutile cercarla altrove ».

La Luce sul Sentiero” – Yogi Ramacharaka.

Prima di concludere, vorrei anche sottolineare che non è necessario per forza metterci seduti a gambe incrociate e fare silenzio per raggiungere uno stato meditativo.

Come ci insegna Eckhart Tolle, infatti, possiamo assumere uno stato meditativo e mantenerlo nella nostra vita di tutti i giorni, cioè durante lo svolgimento delle attività quotidiane.

Questo ci permette di raggiungere uno stato permanente di consapevolezza senza necessità di dedicarci a quella che comunemente si definisce meditazione.

Personalnmente medito quotidianamente, ma ciascuno fa ciò che più gli risuona! In fondo siamo tutti unici, nell’essere tutti uno!

Concludo con una frase di Osho: “Più desiderate il divino, più è possibile che il seme nascosto dentro i vostri cuori cresca, germogli e diventi il divino, che si apra un varco e fiorisca.” – La Meditazione Passo dopo Passo

Auguro a tutti buona pratica!

loto
Loto

Approfondimenti

Per approfondire l’argomento consiglio, oltre a perseverare nella meditazione, i seguenti libri: